Intervista a Tony Semeraro (fine 2009)

Tony Semeraro
INTERVISTA A TONY SEMERARO
Testo: Eva Simontacchi
Ottobre 2009




T
ony Semeraro inizia a suonare il sax tenore da giovanissimo e si dedica al jazz frequentando i piu’ importanti seminari d’Italia ,tra i quali  Ravenna con Michael Brecker, Siena jazz con Enrico Rava e Paolo Fresu, Bologna con Jerry Bergonzi, Umbria jazz con Andrew McHee, vincendo la prestigiosa borsa di studio della Berkley school of Music di Boston . Titolare dell’etichetta discografica MAJA RECORDS con la quale, nel 1989  suona e produce il suo primo CD  “IO STO’ GIU” dei FEBI ARMONICI con partecipazioni importanti con artisti quali  Lele Melotti e Pino De Vittori. Dal 1989 al 1995 suona con Vito Di Modugno con il quale registra il CD “Meriggio” con Rocco Zifarelli, Claudio Colasazza e  Mario Rosini. Registra il CD ”THE WAY I HAD” dei tempo 5 con Pippo D’Ambrosi e  Gianluca Petrella  prodotto da Nicola Conte.

Nel 1999 inizia la collaborazione con Eugenio Bennato con il quale è cooproduttore di due CD: “Grande tribù Puglia” e“tribù sud” con la partecipazione dei SUD SOUND SYSTEM, FARAUALLA, APRES LA CLASS  distribuito dalla EDEL. Nel 2002 registra e segue la tourné internazionale "Napoli Mediterranea" con Pietra Montecorvino. Nel 2004 suona e collabora al  CD di Enzo Gragnaniello, (contrabbasso Rino Zurzolo). Tra le ultime collaborazioni discografiche va citato il cd con Mark Soskin (pianista di Sonny Rollins), Alessandro Napolitano, Ettore Carucci, e Lincoln Goines (bassista di Mike Stern). Autore  in collaborazione con SOUNDIVA delle colonne sonore del film “EMIGRANTI” del noto regista, già vincitore del GIFFONI film festival, Marco Ottavio Graziano.  Ha suonato con Franco Califano, Mietta, Pietra Montecorvino, Mario Rosini, Paola Turci, Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Irene Fargo, Mimmo Cavallo, Beppe D’onghia, Pino De Vittorio, , Nico Morelli,  Marcello Pellitteri, Marco Bardoscia, Quartiere Latino, Gianni Rosini, Franco Mariella  e tanti altri.


Intervista


Eva Simontacchi: Tony, il titolo del tuo disco, “The Dreamcatcher”, (“l’acchiappasogni”  in italiano), che significato vuol dare al progetto?


Tony Semeraro:
  E una lunga storia, ma la racconto volentieri . Ho vissuto  parte della mia carriera a Bari,  suonando con musicisti jazz di grande talento, come Vito Di Modugno, Mario Rosini, Mimmo Campanale, Nico Stufano e tantissimi altri, ma col passare del tempo  sentivo di dover suonare qualcosa che non fossero i soliti Standard ma della musica che appartenesse più alla mia terra: la Puglia e alla sua posizione geografica. Decisi cosi di comperare dei tamburi  etnici e dovetti pian piano imparare i ritmi  fondamentali. La magia ed il suono della tamorra e di quegli straordinari tamburi hanno acceso la mia creatività. Questo nuovo atteggiamento mentale mi ha portato prima a visualizzare tutto nella mente e poi a passare alla pratica, ho registrato dei nuovi loop di tamburi  e di varie percussioni,  che mi hanno aiutato a creare melodie che sanno di mediterraneo dal forte impatto emotivo e soprattutto dalla grande cantabilità per un progetto sincero e affascinante. “The Dreamcatcher” è  il mio modo di fare musica, il mio sogno.


E.S.:  I brani dell’album sono stati scritti in passato, o di recente, poco prima di incidere?


T.S.: Si,  i brani sono stati scritti in passato, infatti  sono circa 2 anni che ci lavoro.  Una delle maggiori difficoltà che ho incontrato durante questo percorso è  stato trovare musicisti con il mio stesso atteggiamento, il giusto approccio che richiedeva la musica di Dreamcatcher . Il  destino ha voluto che in un concerto con il cantante Gianni Rosini,  incontrassi  sullo stesso palco Francis P.,  percussionista sensibile  e di grande talento.  Lo invitai ad ascoltare i miei provini e  dopo qualche giorno ci incontrammo nel mio studio, rimase  cosi colpito dalle melodie e dal suono dei brani, che iniziammo a lavorare agli stessi  nel giro di pochissimi giorni. A Francis piacquero tantissimo le tammorre e le percussioni che avevo già registrato e di fatti tante cose che ascolterai le ho suonate proprio io. Il resto dei colori e le altre meravigliose percussioni le ha suonate lui, ma questo già lo sai perché lo conosci bene.  Il nostro incontro è stato fondamentale anche per i tempi di realizzazione di The Dreamcatcher. Con Francis non è possibile restare su un progetto piu’ di un anno, in questo siamo uguali. Non vediamo l’ora di portare dal vivo questi brani.


E.S.: Le illustri collaborazioni avute nel corso della tua carriera ti hanno influenzato nella scrittura e nella direzione creativa, nonostante la distanza geografica e le differenze culturali ?


T.S.: Direi di no. Spero di non sembrarti presuntuoso ma nel registrare  il disco The Dreamcatcher  ho seguito solo ed esclusivamente il mio istinto, i miei gusti e le mie tradizioni. Certo ci sono state collaborazioni  importanti con artisti  internazionali in passato, come quella con Mark Soskin, il  pianista di Sonny Rollins e Lincoln Goines il bassista di Mike Stern, ma per questo lavoro, ripeto, ho seguito solo ed esclusivamente i suoni ed il profumo della mia terra. Ho sempre amato gli Artisti con personalità forti come Miles, Toots Thielemans, Sting, Pat Metheney e via dicendo. Quando li ascolti ti rendi conto che hanno davvero qualcosa da dire, la loro musica  è  impregnata della loro stessa cultura, delle loro radici, e a quel punto nasce la magia e si è autentici. The Dreamcatcher è un disco di melodie mediterranee,  ricercate si, ma che mi appartengono del tutto. Il disco è ricco di venature jazz, di ritmi del Nord Africa, di canti del Sud e non solo della Puglia ma anche della Sardegna ( Lullaby cantata da Francis P. è in lingua Logudorese, una zona a nord della Sardegna). Un disco di World music a 360 gradi che mi rappresenta e che esprime in pieno il mio percorso di vita di musicista del Sud.  

E.S.: Come ti sei trovato a incidere con Michele, Pierpaolo e Francis, e come è caduta la scelta proprio su di loro e sullo special guest Mario Rosini?


T.S.: Bè con Mario siamo amici da 20 anni e abbiamo fatto tantissime cose insieme..Non ha certo bisogno di presentazioni. La gente lo conosce soprattutto come cantante e per il fatto che ha partecipato a San Remo ma in questo disco molti avranno anche modo di apprezzare il suo enorme talento come pianista oltre che come cantante.  Dopo aver finito il lavoro percussivo è stata  fondamentale la scelta di chi suonasse il Piano, ho suonato con molti bravi  pianisti ma il lirismo  ed il gusto di Michele Fazio erano assolutamente perfetti per questo tipo di lavoro. Cipo, invece è un talento pugliese conosciuto un paio di anni fà, bassista solido e molto maturo nonostante la sua giovane età. C’è voluto un po’ di tempo ma credo d’aver messo insieme una squadra in perfetta armonia con il disco e con la quale mi diverto molto anche fuori dal palco.


E.S.: Sei soddisfatto di come hai raccontato la tua storia in questo album attraverso lo snodarsi dei vari brani?


T.S.: Come ben sai noi musicisti siamo sempre molto critici su quasi tutto ciò che facciamo, ma questa volta mi sono divertito ad ascoltare le sensazioni di chi sente il disco per la prima volta. La gente costruisce il proprio viaggio con la musica, lascia libero sfogo alle emozioni e lo fa senza pensarci troppo, in modo del tutto naturale. Sono loro i veri beneficiari della musica e per me arrivare al cuore della gente è piu’ importante di qualsiasi nota musicale o di qualsiasi fraseggio. Emozionare e fare insieme un viaggio nel mio mondo musicale… questo è l’obiettivo di The Dreamcatcher e spero che tutto ciò arrivi al nostro pubblico.

 

Tony Semeraro Group

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