Sul palco, illuminato dai riflettori,
Joel Holmes si siede alla tastiera e da inizio al suo concerto dopo una breve presentazione e i saluti in italiano. Le prime note vengono accolte da una sala attenta e silenziosa. Già nel brano di apertura il musicista statunitense trasmette una penetrante sensibilità, sorprendendo l’ascoltatore con sonorità squisitamente personali, frutto di un connubio tra influenze musicali diverse che spaziano dal jazz tradizionale, al classico, al contemporaneo. Si avvertono chiare anche influenze gospel e rhythm & blues.
Nel momento iniziale di piano solo della sua performance esegue
“Solar” (Miles Davis), “Have You Met Miss Jones” (Richard Rodgers) , Lo raggiungono sul palco il batterista padovano
Pietro Valente e il contrabbassista torinese
Luca Curcio. La serata prosegue in trio, alternando momenti di raffinata delicatezza ed emozionanti tensioni con il brano originale
“Holy Spirit” (Joel Holmes), “The Cool Life” (Joel Holmes), “Blue Monk” (Thelonious Monk), Nahima’s Love Song” (John Hicks) eseguita piano solo, riprendendo poi ancora in trio con
“There Is No Greater Love” (Isham Jones), “Polkadots and Moonbeams”, “Body and Soul” (Johnny Green), e una entusiasmante esecuzione uptempo di
“Four” (Miles Davis). Termina il concerto con una toccante versione piano solo arrangiata da Holmes di
“Nuovo Cinema Paradiso”.Una serata all’insegna della musica jazz, ma non solo, con un leader che attraverso la musica trasmette la propria indipendenza e libertà spirituale, il proprio linguaggio personale e convoglia energia e vibrazioni avvolgentemente positive. Ottimo il responso del pubblico in sala, che ha ascoltato con grande attenzione dall’inizio alla fine e non ha risparmiato applausi e ovazioni.